venerdì 7 settembre 2012

La dieta del futuro per salvare il pianeta


La situazione alimentare della Terra sta diventando precaria: ci sono pochi Paesi in cui la quantità di cibo a disposizione è superiore alla richiesta e addirittura diventa un problema smaltire le risorse inutilizzate che, a lungo andare, finiscono per inquinare. In altre parti del mondo, secondo le cifre dell’Onu, 900 milioni di persone vanno a letto affamate tutte le sere e 2 miliardi sono da considerare malnutrite. Tra l’altro, il sistema per il quale esistono tali casi di denutrizione è lo stesso che provoca l’obesità del 50% della popolazione nei Paesi industrializzati. Nei Paesi del nord del mondo le persone assimilano in media 3.500 calorie al giorno, in quelli del sud 1.500. Per mantenersi in salute ne bastano 2.000.
Il problema, però, non è solo la distribuzione iniqua delle risorse alimentari, ma anche la produzione stessa degli alimenti a sostentamento dell’umanità nel prossimo futuro. Considerando che fra 40 anni la popolazione aumenterà da 7 a 9 miliardi persone, se nei paesi benestanti persisteranno gli attuali ritmi, e soprattutto le diete odierne, potrebbe verificarsi una gravosa carenza di cibo in tutto il pianeta.
Diverse sono le iniziative che vengono promosse sull’argomento. Fra le tante, Oxfam, network internazionale di organizzazioni di Paesi diversi, impegnato nella lotta globale contro povertà e ingiustizia sociale, promuove la campagna "Coltiva - Il cibo. La vita. Il Pianeta", che mira a riformare il sistema alimentare mondiale partendo dallo studio delle abitudini alimentari dei Paesi e dalla consapevolezza delle loro economie di consumo.

Ecco perché è necessario che anche le nostre abitudini alimentari cambino se vorremo nutrire le generazioni future. Ma come? Di sicuro, iniziando da alcuni piccoli accorgimenti.
Ad esempio, tutti dovremmo seguire 5 semplici regole:


1.  Ridurre gli sprechi
Significa, per esempio, ridurre la quantità di acqua nella pentola quando bolliamo la pasta, utilizzare padelle sottili per poter abbassare la fiamma del gas e cuocere i cibi comunque negli stessi tempi.
2.  Sostenere i piccoli produttori
I piccoli produttori sono circa un miliardo e mezzo nel mondo, sostenerli significa supportare l’agricoltura sostenibile e dunque garantire risorse alimentari all’intero pianeta. In tal senso, scegliere il commercio Equo e Solidale è sicuramente un passo intelligente verso uno stile di vita più corretto.
3.  Comprare cibo di stagione
Acquistare prodotti stagionali è salubre non solo per le proprietà che i cibi offrono in quel determinato momento dell’anno, ma anche perché diminuisce l’importazione di prodotti fuori stagione da altri Paesi, riducendo i costi di trasporto e l’inquinamento.
4.  Cucinare in modo intelligente
Essere più oculati nella preparazione dei cibi aiuta ad evitare grossi sprechi e anche ad alleggerire la nostra pattumiera. Infatti, sarebbe buona abitudine utilizzare gli avanzi dei pasti precedenti ed evitare di buttar via cibi che potrebbero essere ancora consumati.
5.  Mangiare meno carne
È stimato che l’uomo ricava circa il 20% delle proteine necessarie al nostro fabbisogno da carne e latticini, tuttavia sarà necessario diminuire questa cifra al 5% per rendere la situazione sostenibile tra 40 anni.
 
Il problema deriva soprattutto dalla carenza di acqua e poiché il cibo ricavato da animali consuma quasi dieci volte in più acqua rispetto a una dieta vegetariana, ciò che bisognerebbe fare è mangiare meno animali, ridurre i terreni destinati ai pascoli e destinarli invece ad altre coltivazioni più sostenibili. Frutta e verdura dovranno prevalere nella nostra dieta, ma non significa che dovremo necessariamente diventare vegetariani.

Le riserve globali di cibo diminuiscono costantemente , mentre la popolazione mondiale non fa che aumentare: che ognuno di noi si adoperi per salvare il pianeta!

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