lunedì 23 aprile 2012

25 Aprile e I° Maggio: tempo di scampagnate, di partite a pallone e… di caviglie!!!

Non appena la bella stagione arriva (speriamo), dopo un inverno passato in casa, la voglia di uscire si fa prepotente e in occasione delle due feste che stanno per arrivare si organizzano gite di tutti i generi, comprese quelle sui prati e nelle campagne più belle per mangiare un panino al sole con amici e parenti.



E insieme ad ogni tipo di “masserizia” (ho detto panino, ma la maggior parte delle volte si tratta di veri e propri pranzi!) c’è sempre qualche amico, cugino o conoscente che in macchina mette anche il tanto amato pallone. Così, dopo il pranzo, il caffè e la sigarettina (da notare il grado di preparazione atletica!), mentre si parla del più e del meno, il nostro bel pallone viene fuori come per miracolo e iniziano le danze per la formazione delle squadre. E vai!


Ma vuoi per la scarsa forma fisica, vuoi per il peso del pranzo, vuoi per la scarsa conoscenza del campo, c’è sempre qualcuno che prende una bella storta alla caviglia.. niente di più naturale! Infatti, la distorsione della caviglia è al primo posto per frequenza dei traumi visitati in un pronto soccorso.
E allora cosa si fa? C’è chi ha un amico che conosce qualcuno che lavora in ospedale, lo chiama al telefono e questo gli consiglia di metterci il ghiaccio e di prendere un antiinfiammatorio; chi invece ne ha già avute 14 e non ci fa nemmeno più caso, ma può dare consigli su tutti i tipi di trattamento; chi invece si ricorda della sua nonna che da piccino gli ci faceva la “chiarata” e via a casa per rompere le uova; chi ha un parente che invece ha lavorato come massaggiatore nel “Sassisgonfi” (!) e ci pensa lui. Poi, alla fine, c’è chi pensa che sia meglio metterci subito un po’ di ghiaccio e se gonfia tanto andare al pronto soccorso.


Ma cosa succede nella “storta”?
A causa del mal posizionamento del piede su terreno si ha l’appoggio del peso a terra in maniera errata con ipersollecitazione dei legamenti del comparto esterno o interno con lesioni che vanno dal semplice allungamento fino alla lesione totale con instabilità del comparto interessato.

Il trauma più frequente è quello per caduta sul bordo esterno del piede con sollecitazione dei legamenti esterni, il più famoso dei quali si chiama Peroneo Astragalico Anteriore.
Dunque, se si tratta di una lieve distorsione con stiramento di un qualche legamento interno o esterno va bene anche la fetta del prosciutto e la chiarata, ma se la situazione è più grave farsi vedere dall’ortopedico è fondamentale per non tralasciare un trauma che come conseguenza più comune dà l’instabilità di caviglia.



Allora, quali sono i passaggi dopo un trauma distorsivo della caviglia?
Al momento del trauma se possibile consiglio l’applicazione di ghiaccio - in un panno, mi raccomando, altrimenti la pelle si ustiona - che ha una azione antidolorifica e limita la formazione di edema per un tempo di 20-30 minuti. Poi si prova a camminare, se è possibile si continua l’applicazione di ghiaccio e raccomando l’assunzione di un antiinfiammatorio per 2-3 giorni. Se il camminare non è possibile allora via al pronto soccorso, dove verrà eseguita una radiografia e una valutazione ortopedica con successiva immobilizzazione.

E allora… buona partita!!!!

venerdì 20 aprile 2012

Mali di stagione

Eccoci di nuovo alla primavera preludio dell’estate, momento di ripresa dell’attività fisica in generale, sia per perdere qualche “chiletto” messo su durante l’inverno, sia per cogliere l’occasione di stare all’aria aperta.

E così, dopo tanti mesi di inattività, si ricomincia in gran carriera a correre, giocare a tennis, fare partite a calcetto con gli amici e con i colleghi del lavoro, si ricomincia così, senza un allenamento di base, ed ecco che si presentano i dolori articolari alla caviglia o al ginocchio e il dolore al gomito per i “novelli Federer”.

Infatti, per il tennista inesperto e sedentario, quella racchetta da tanto tempo appesa al chiodo, rappresenta il passaporto per il famoso “gomito del tennista”; in pratica, le vibrazioni della racchetta sul colpo della palla fanno sì che i muscoli dell’avambraccio, ipersollecitati, si infiammino e causino dolore che poi limita tutte le attività quotidiane, come il sollevare una sedia o prendere la bottiglia dell’acqua. Nello specifico il gomito del tennista, o epicondilite, è una tendinite inserzionale dei muscoli epicondiloidei, cioè estensore comune delle dita e estensore ulnare del carpo anconeo che dà un dolore profondo, insistente ed aumentato dai movimenti di presa di forza delle dita, della mano e del polso, in particolare durante la fase di estensione che si localizza nella parte esterna del gomito e si irradia alla superficie postero-laterale dell’avambraccio.

In questi casi i passaggi terapeutici, almeno nelle forme iniziali acute e non cronicizzate, sono i seguenti: applicare una apposita fascia al gomito (fascia per epicondilite), applicare un cerotto medicato e effettuare un ciclo di almeno 10 laserterapia. Con questo piano terapeutico si assiste alla remissione dei sintomi nel 75-80% dei casi a patto che la fascia venga utilizzata tutto il giorno e sempre, dopo la guarigione, nelle attività che sforzano i muscoli epicondiloidei. Nei casi di persistenza del dolore o nei casi frequenti di recidiva, a distanza della sintomatologia, si passa alla terapia locale infiltrativa, sia con cortisonici che con acido ialuronico che derivati piastrinici. Nei casi particolarmente resistenti si arriva all’intervento chirurgico.

Mi è capitato spesso di avere pazienti con epicondilite, ma non tennisti che si meravigliavano di avere l’epicondilite! Questo perché semplici attività lavorative come quelle del barista (centinaia di caffè al giorno con il manipolo della macchina in mano da stringere) o del parrucchiere (migliaia di forbiciate) possono facilmente indurre l’insorgenza di  questa malattia tanto noiosa!

martedì 17 aprile 2012

Allergici alla primavera?

Negli ultimi anni si è osservato un notevole aumento delle allergie da polline che si manifestano soprattutto da febbraio a maggio. Se si è fortunati, i sintomi si possono limitare a starnuti, occhi che lacrimano, naso che cola, prurito; ma spesso purtroppo il fenomeno si esprime con asma, congiuntiviti o fastidiose dermatiti che limitano molto la vita attiva e sociale delle persone.

Molti comportamenti quotidiani possono "spianare la strada" al manifestarsi delle allergie: cerchiamo di limitare lo stress a lavoro, evitiamo di fumare, curiamo l'alimentazione, moderando il consumo dei cibi raffinati e ricchi di grassi, e non sottovalutiamo mai l'importanza dell'igiene personale.

Tra i fattori che concorrono a scatenare l'episodio allergico, ci sono anche l'esposizione a inquinanti ambientali esterni e interni. Per questo è utile arieggiare gli ambienti chiusi, come case e uffici, e limitare l’esposizione allo smog, soprattutto nei bambini.

Per limitare le reazioni allergiche, ecco alcuni semplici i consigli:

• Introdurre nella dieta alimenti ricchi di vitamine del gruppo C, B, K utili per arginare congiuntivite e rinite
• Evitare alimenti con “aromi naturali” che possono nascondere allergeni come propoli e miele
• Prima di assumere farmaci è bene consultare il proprio medico perché chi è allergico è più sensibile ai medicinali
• Evitare ambienti inquinati
• Preferire il mare alla montagna (la concentrazione di pollini è minore)
• Riposare se ci si sente stanchi e dormire un buon numero di ore, almeno 8
• Bere acqua con ribels migrum, una pianta che riequilibra il sistema immunitario
• Svolgere una moderata attività fisica
• Non tagliare l’erba o fare giardinaggio nei periodi critici
• Evitare di stare all’aperto nelle giornate secche e ventose
• Arieggiare bene gli ambienti
E, ovviamente, rivolgetevi al vostro medico di fiducia se i sintomi diventano particolarmente fastidiosi o persistenti, perché il fai da te in medicina non è mai una gran buona idea. 

lunedì 16 aprile 2012

Non tutti sanno che....

Che l’attività sportiva praticata senza controllo è nociva per il corpo!!!!!!
Che andare in palestra e sforzarsi all’inverosimile per assomigliare a Schwarzenegger senza il proprio programma fatto da esperti del settore o da un medico specialista è dannoso come la peste per articolazioni e tendini.
Che giocare a tennis su campi di cemento quando si è superata la 40antina è lesivo per il tendine di Achille.
Che non riscaldarsi praticando fitness cardiocircolatorio  e stretching prima di un qualunque gesto sportivo è come spararsi in una gamba.
Che  andare in palestra e superare la soglia cardiaca (frequenza massima) senza una visita specialistica medico sportiva e un elettrocardiogramma da sforzo è come giocare alla roulette russa.
Che ingurgitare tutte quelle proteine, carnitina, integratori delle specie più disparate e dalle composizioni più esotiche è come mangiarsi gli scarti di una centrale nucleare.
Che il fai da te nello sport è come il fai da te nella medicina: deleterio!!!!!!
Che se fai ciclismo amatoriale e quello accanto a te va più forte e hai saputo che prende gli amminoacidi o qualsiasi altra sostanza non devi prenderne il doppio per andare il doppio di lui!
Che quando fai lo squatt in palestra la cintura lombare non è soltanto un dettaglio estetico o un accessorio per fare il fico ma che serve a non sparare fuori dalla colonna lombare tutti i tuoi dischi intervertebrali.
Che superare i tuoi limiti con una attività fisica eccessiva senza controllo medico è letale.
Che le diete drastiche dell’ultimo minuto prima della prova costume servono solo a farti star male, a farti diventare flaccido e ad aumentare del doppio di quello che hai perso appena ti avvicini di nuovo al frigo.
Che il tuo amico/amica, che ha un fisico perfetto, si allena da anni e sta attento in maniera maniacale alla dieta non può essere eguagliato in 3 mesi.
Che la tua salute è la cosa più importante che hai e se ti provochi dei danni spesso non è possibile tornare al punto di partenza.


Insomma, non tutti sanno che conoscere i propri limiti, allenarsi con cautela, non ricorrere alla farmacia e farsi controllare è SALUTARE!


mercoledì 11 aprile 2012

Sole senza rischi, anche a primavera!

Benché in questi ultimi giorni stia piovendo a catinelle, si avvicina a grandi passi la bella stagione e con essa le prime esposizioni della pelle ai raggi solari. Chi come me vive molto vicino al mare, ha già visto spuntare qualche audace in costume, che vuol battere tutti sul tempo. Tintarella quasi al via dunque, da non prendere però troppo alla leggera, ma proteggendosi dai potenziali rischi.

Bene è precisare che la vita all’aria aperta ed una sana esposizione ai raggi solari fa bene alla salute e anche all’umore, ma, come in ogni cosa, è necessario non farsi prendere troppo la mano! dunque ad una graduale esposizione, all’uso di creme adatte al proprio fototipo (le pelli chiare devono, tendenzialmente, proteggersi con fattori più alti rispetto alle pelli più scure, sapendo che nessuno dovrebbe prendere il sole senza proteggersi), sì a diete ricche di betacarotene, quindi avanti con carote, pomodori e quando ci saranno albicocche e meloni.

No invece alle esposizioni brutali da week end, quando sembra quasi che in due pomeriggi si voglia prendere tutto il sole dell’anno: la scottatura è dietro l’angolo e con essa l’invecchiamento precoce della pelle e potenziali danni ben più seri se si è soggetti a rischio. No anche agli abbronzanti senza filtro o, peggio, agli intrugli fai da te.

Due imperativi categorici: assolutamente non esporsi, con l’avanzare dell’estate e della forza del Sole, nelle ore più calde del giorno e salvaguardare i bimbi piccoli, con creme, cappelli e abbronzatura solo quando i raggi sono meno violenti: prima delle 12 o dopo le 16. Inforcare gli occhiali da sole, perché, va ricordato, anche l’occhio vuole sempre la sua parte e, come e più della pelle, è vulnerabile.

E per tutti il consiglio sovrano: rivolgersi al proprio medico almeno una volta all’anno per un controllo dei nei. Pochi preziosi minuti dedicati alla prevenzione, per andare incontro ai primi week end di bel tempo in tutta sicurezza.