La situazione alimentare della Terra sta diventando
precaria: ci sono pochi Paesi in cui la quantità di cibo a disposizione è
superiore alla richiesta e addirittura diventa un problema smaltire le risorse
inutilizzate che, a lungo andare, finiscono per inquinare. In altre parti del
mondo, secondo le cifre dell’Onu, 900 milioni di persone vanno a letto affamate
tutte le sere e 2 miliardi sono da considerare malnutrite. Tra l’altro, il
sistema per il quale esistono tali casi di denutrizione è lo stesso che provoca
l’obesità del 50% della popolazione nei Paesi industrializzati. Nei Paesi del
nord del mondo le persone assimilano in media 3.500 calorie al giorno, in
quelli del sud 1.500. Per mantenersi in salute ne bastano 2.000.
Il problema, però, non è solo la distribuzione iniqua
delle risorse alimentari, ma anche la produzione stessa degli alimenti a
sostentamento dell’umanità nel prossimo futuro. Considerando che fra 40 anni la
popolazione aumenterà da 7 a 9 miliardi persone, se nei paesi benestanti
persisteranno gli attuali ritmi, e soprattutto le diete odierne, potrebbe
verificarsi una gravosa carenza di cibo in tutto il pianeta.
Diverse sono le iniziative che vengono promosse
sull’argomento. Fra le tante, Oxfam, network internazionale di organizzazioni
di Paesi diversi, impegnato nella lotta globale contro povertà e ingiustizia
sociale, promuove la campagna "Coltiva - Il cibo. La vita. Il
Pianeta", che mira a riformare il sistema alimentare mondiale partendo
dallo studio delle abitudini alimentari dei Paesi e dalla consapevolezza delle
loro economie di consumo.
Ecco perché è necessario che anche le nostre abitudini
alimentari cambino se vorremo nutrire le generazioni future. Ma come? Di
sicuro, iniziando da alcuni piccoli accorgimenti.
Ad esempio, tutti dovremmo seguire 5 semplici regole:
1. Ridurre gli sprechi
Significa, per esempio, ridurre la
quantità di acqua nella pentola quando bolliamo la pasta, utilizzare padelle
sottili per poter abbassare la fiamma del gas e cuocere i cibi comunque negli
stessi tempi.
2. Sostenere i piccoli produttori
I piccoli produttori sono circa un
miliardo e mezzo nel mondo, sostenerli significa supportare l’agricoltura
sostenibile e dunque garantire risorse alimentari all’intero pianeta. In tal senso,
scegliere il commercio Equo e Solidale è sicuramente un passo intelligente
verso uno stile di vita più corretto.
3. Comprare cibo di stagione
Acquistare prodotti stagionali è
salubre non solo per le proprietà che i cibi offrono in quel determinato momento
dell’anno, ma anche perché diminuisce l’importazione di prodotti fuori stagione
da altri Paesi, riducendo i costi di trasporto e l’inquinamento.
4. Cucinare in modo intelligente
Essere più oculati nella
preparazione dei cibi aiuta ad evitare grossi sprechi e anche ad alleggerire la
nostra pattumiera. Infatti, sarebbe buona abitudine utilizzare gli avanzi dei
pasti precedenti ed evitare di buttar via cibi che potrebbero essere ancora
consumati.
5. Mangiare meno carne
È stimato che l’uomo ricava circa il
20% delle proteine necessarie al nostro fabbisogno da carne e latticini,
tuttavia sarà necessario diminuire questa cifra al 5% per rendere la situazione
sostenibile tra 40 anni.
Il problema deriva soprattutto dalla carenza di acqua
e poiché il cibo ricavato da animali consuma quasi dieci volte in più acqua
rispetto a una dieta vegetariana, ciò che bisognerebbe fare è mangiare meno
animali, ridurre i terreni destinati ai pascoli e destinarli invece ad altre
coltivazioni più sostenibili. Frutta e verdura dovranno prevalere nella nostra
dieta, ma non significa che dovremo necessariamente diventare vegetariani.
Le riserve globali di cibo diminuiscono costantemente , mentre la popolazione mondiale non fa che aumentare: che ognuno di noi si adoperi per salvare il pianeta!
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