mercoledì 26 settembre 2012

Dieta e articolazioni: piccoli gesti per una vita sana


Ippocrate diceva: “Fa che il cibo sia la tua medicina e che la tua medicina sia il cibo”. Anche nell’ambito delle infiammazioni in genere, la dieta gioca un ruolo importante. Per tutti i pazienti, indipendentemente dalla patologia articolare in questione, vale il consiglio di smaltire i chili di troppo se si è in sovrappeso, vista l’importanza che rivestono sia l’attività fisica sia il cibo per la vita di un essere umano.
 
Le articolazioni sono gli “ingranaggi” che collegano tra loro le ossa dello scheletro e permettono che i movimenti del corpo possano, per l’appunto, articolarsi al meglio.

In tal senso, diverse sono le malattie infiammatorie che colpiscono più frequentemente le articolazioni e le più diffuse sono l’artrite, l’artrosi  e l’artrite reumatoide. L’alimentazione può essere di notevole aiuto nella prevenzione e nella cura delle malattie articolari: a questo scopo, ossia per mantenere in salute le articolazioni, essa deve essere equilibrata, varia, ricca di antiossidanti, povera di alcol e non troppo ricca di alimenti di origine animale.


I cibi “amici” sono il pesce, in particolare quello azzurro e grasso, la frutta e la verdura fresca, in particolare quella giallo-arancione e verde scuro, ricca di caroteni e vitamina C, la frutta secca, i semi oleosi e l’olio di oliva, i cereali integrali, le uova, la carne magra e il lievito di birra. Tutti questi alimenti contengono, infatti, sostanze che svolgono una potenziale azione antiossidante, il che, unito all’abitudine a muoversi, favorisce la  mobilità articolare dei nostri “ingranaggi”. Il movimento, infatti, agisce sulle capsule e sui legamenti dell’articolazione, rendendoli più saldi e resistenti.


Da evitare, invece, l’assunzione smisurata di grassi alimentari che vanno a comporre la membrana delle nostre cellule. Se la nostra dieta è ricca di acidi grassi polinsaturi della serie omega 6, si formano potenti sostanze infiammatorie, che si rivelano utili se mantenute in un rapporto equilibrato con altre sostanze derivate dagli acidi grassi omega 3, ma pericolosissime se assunte in dosi eccessive. Allo stesso tempo, la mancanza di esercizio fisico o l’abitudine a compiere gesti di ampiezza ridotta possono essere dannosi: tali propensioni portano a una diminuzione della mobilità delle articolazioni e al peggioramento della coordinazione motoria. Inoltre, è sempre bene ricordare che solo durante il movimento viene prodotto liquido sinoviale: anche per questo, l’immobilità danneggia in maniera evidente le superfici articolari.
 

venerdì 7 settembre 2012

La dieta del futuro per salvare il pianeta


La situazione alimentare della Terra sta diventando precaria: ci sono pochi Paesi in cui la quantità di cibo a disposizione è superiore alla richiesta e addirittura diventa un problema smaltire le risorse inutilizzate che, a lungo andare, finiscono per inquinare. In altre parti del mondo, secondo le cifre dell’Onu, 900 milioni di persone vanno a letto affamate tutte le sere e 2 miliardi sono da considerare malnutrite. Tra l’altro, il sistema per il quale esistono tali casi di denutrizione è lo stesso che provoca l’obesità del 50% della popolazione nei Paesi industrializzati. Nei Paesi del nord del mondo le persone assimilano in media 3.500 calorie al giorno, in quelli del sud 1.500. Per mantenersi in salute ne bastano 2.000.
Il problema, però, non è solo la distribuzione iniqua delle risorse alimentari, ma anche la produzione stessa degli alimenti a sostentamento dell’umanità nel prossimo futuro. Considerando che fra 40 anni la popolazione aumenterà da 7 a 9 miliardi persone, se nei paesi benestanti persisteranno gli attuali ritmi, e soprattutto le diete odierne, potrebbe verificarsi una gravosa carenza di cibo in tutto il pianeta.
Diverse sono le iniziative che vengono promosse sull’argomento. Fra le tante, Oxfam, network internazionale di organizzazioni di Paesi diversi, impegnato nella lotta globale contro povertà e ingiustizia sociale, promuove la campagna "Coltiva - Il cibo. La vita. Il Pianeta", che mira a riformare il sistema alimentare mondiale partendo dallo studio delle abitudini alimentari dei Paesi e dalla consapevolezza delle loro economie di consumo.

Ecco perché è necessario che anche le nostre abitudini alimentari cambino se vorremo nutrire le generazioni future. Ma come? Di sicuro, iniziando da alcuni piccoli accorgimenti.
Ad esempio, tutti dovremmo seguire 5 semplici regole:


1.  Ridurre gli sprechi
Significa, per esempio, ridurre la quantità di acqua nella pentola quando bolliamo la pasta, utilizzare padelle sottili per poter abbassare la fiamma del gas e cuocere i cibi comunque negli stessi tempi.
2.  Sostenere i piccoli produttori
I piccoli produttori sono circa un miliardo e mezzo nel mondo, sostenerli significa supportare l’agricoltura sostenibile e dunque garantire risorse alimentari all’intero pianeta. In tal senso, scegliere il commercio Equo e Solidale è sicuramente un passo intelligente verso uno stile di vita più corretto.
3.  Comprare cibo di stagione
Acquistare prodotti stagionali è salubre non solo per le proprietà che i cibi offrono in quel determinato momento dell’anno, ma anche perché diminuisce l’importazione di prodotti fuori stagione da altri Paesi, riducendo i costi di trasporto e l’inquinamento.
4.  Cucinare in modo intelligente
Essere più oculati nella preparazione dei cibi aiuta ad evitare grossi sprechi e anche ad alleggerire la nostra pattumiera. Infatti, sarebbe buona abitudine utilizzare gli avanzi dei pasti precedenti ed evitare di buttar via cibi che potrebbero essere ancora consumati.
5.  Mangiare meno carne
È stimato che l’uomo ricava circa il 20% delle proteine necessarie al nostro fabbisogno da carne e latticini, tuttavia sarà necessario diminuire questa cifra al 5% per rendere la situazione sostenibile tra 40 anni.
 
Il problema deriva soprattutto dalla carenza di acqua e poiché il cibo ricavato da animali consuma quasi dieci volte in più acqua rispetto a una dieta vegetariana, ciò che bisognerebbe fare è mangiare meno animali, ridurre i terreni destinati ai pascoli e destinarli invece ad altre coltivazioni più sostenibili. Frutta e verdura dovranno prevalere nella nostra dieta, ma non significa che dovremo necessariamente diventare vegetariani.

Le riserve globali di cibo diminuiscono costantemente , mentre la popolazione mondiale non fa che aumentare: che ognuno di noi si adoperi per salvare il pianeta!