venerdì 17 febbraio 2012

Le mille risorse dell’acido ialuronico

Recenti ricerche hanno confermato che l'acido ialuronico, oltre a lubrificare, svolge altre azioni benefiche all’interno delle cavità articolari. Infatti, è stato scoperto che ha un’azione di stimolo sull’attività costruttiva del condrocito (cellula che crea la cartilagine) tramite particolari recettori chiamati CD44, presenti sulla superficie del condrocito, aiutando la produzione di nuova cartilagine e di altro acido ialuronico, contrastando meccanismi potenzialmente dannosi.

Esistono diverse possibilità terapeutiche a base di acido ialuronico, modulabili variando il peso molecolare della sostanza in base all’età, al peso, all’attività fisica e al grado di consumo cartilagineo del paziente:

  1. Acido ialuronico a basso PM (peso molecolare) (500-730 kdalton): si tratta di un'infiltrazione settimanale di 20 mg di sale sodico di acido ialuronico per 5 settimane. Il beneficio si ha dopo circa 6-8 settimane con durata fino a 6-8 mesi. È la terapia classica con il più conosciuto degli acidi ialuronici, quella con Hyalgan. Personalmente, lo consiglio soprattutto se si desidera una risposta antiinfiammatoria sull’articolazione proprio perché le molecole, così piccole, riescono a bagnare in profondità la cartilagine lasciata a secco dal processo degenerativo. Allo stesso tempo il farmaco inibisce quei processi infiammatori che tendono ad autoalimentarsi e a portare la malattia a stadi acuti. Il rovescio della medaglia è il numero di infiltrazioni e lo scarso potere lubrificante della molecola.
  2. Acido ialuronico a medio PM (peso molecolare)  (1.200-1.500 kdalton): è una terapia altamente funzionale, riesce a coprire tutti gli aspetti dell’artrosi (infiammazione, scarsa lubrificazione) con numero più limitato di infiltrazioni, di norma 3 e una durata di efficacia lunga (circa 6-9 mesi).
  3. Acido ialuronico ad alto PM (peso molecolare)  (6.000 kdalton): aumentando il PM l’acido ialuronico perde effetto antiinfiammatorio e stimolante, aumentando sempre più la sua attività lubrificante/ammortizzante. In questo caso la terapia consiste in circa 3 infiltrazioni settimanali con richiami ogni 6 mesi.
  4. Acido ialuronico ad elevato PM (peso molecolare)  (10.000 kdalton): è la terapia più attuale che arriva alla mono - somministrazione annuale.

Gli effetti collaterali sono rari e si limitano ad un aumento della sintomatologia dolorosa o a fenomeni di ipersensibilizzazione a causa della presenza nel prodotto di minime quantità di proteine aviarie. Non interagisce con altri farmaci.


lunedì 13 febbraio 2012

Le pliche sinoviali

Le pliche sinoviali rappresentano i residui delle sepimentazioni embrionarie che, successivamente, vanno incontro a riassorbimento più o meno completo. Le pliche sono: la plica medio-patellare, la plica infrarotulea o del legamento sospensore del corpo di Hoffa, la plica soprarotulea o dello sfondato quadricipitale e la plica laterale, che possono ritrovarsi singole o associate tra di loro tramite bande di tessuto di connessione.

Le pliche sinoviali sono componenti anatomiche presenti normalmente nella cavità articolare che tuttavia, infiammandosi, e quindi aumentando di spessore e perdendo le loro caratteristiche elastiche, possono essere responsabili di sindromi dolorose sia acute sia croniche.

La plica più frequente è quella mediopatellare con una sintomatologia tipica di dolore sul versante interno del ginocchio che le prime volte si manifesta nelle giovani pazienti (età di 12-14 anni) dopo attività fisica; successivamente con la comparsa della condropatia si presenta anche versamento articolare di vario grado ed il dolore persistente anche durante le normali attività quotidiane.

L’esame strumentale principe per la diagnosi è la risonanza magnetica (RM) che permetterà non solo di vedere la plica, ma anche di documentare il segno indiretto caratteristico di patogenicità, rappresentato sostanzialmente dalla condropatia dovuta all’insulto meccanico che la plica esercita sulla cartilagine articolare corrispondente.

Il trattamento delle forme iniziali consiste nel riposo, ghiaccio, terapia con fans e trattamenti fisioterapici (laserterapia) e, nei casi più avanzati nei quali il dolore è cronicizzato, la terapia è quella chirurgica artroscopica.


Flogosi cronica con ispessimento della plica mediale


Con ginocchio flesso a circa 45°, evidente conflitto meccanico tra plica mediana e condilo femorale medio


Voluminosa plica sinoviale sovrarotulea mediale